Nelle scorse settimane cadeva la commemorazione dei defunti. Un momento di raccoglimento, ma che ha portato molte persone a farsi un’importante domanda: dove finiscono tutti i miei dati digitali quando non farò più parte di questo mondo?
Ne ha parlato La Stampa, Avvenire, Matteo Flora. Molti citano l’amico Davide Sisto e il suo libro, altri il prof. Ziccardi. Tutti parlano del problema ma nessuno si occupa di dare una soluzione.
Noi l’abbiamo fatto. Come? Continua a leggere. Oppure vai subito su Exit.bio.
Di cosa ha bisogno un figlio in caso di morte o inabilità, ad esempio, di un padre?
Lasciamo un attimo da parte gli aspetti emotivi. Ha sempre bisogno di un elenco. Un semplice elenco. Che cosa aveva papà? Come ci accedo? Possono esserci alcune informazioni collegate importanti, ma basta. Non molto altro.
Come può il padre, in vita, creare questo elenco?
Queste sono solitamente le soluzioni adottate:
- Un’unica password per tutti gli account. Deleterio dal punto di vista di sicurezza informatica. Non risolve il problema di che cosa aveva la persona
- Un foglio di carta con account, email e password. Problemi enormi di sicurezza: se viene rubato questo foglio tutto è a rischio. Non sono trascurabili i rischi di perdere, bruciare o distruzione volontaria da parte di qualche erede
- Un foglio Excel, salvato sul PC. Se mi rubano il PC siamo al problema sopra. Se invece c’è una password per entrare sul PC qualcuno la deve sapere. Il gatto si morde la coda.
- Un foglio Excel condiviso in cloud. Ma quindi gli eredi hanno già accesso OGGI alle password. Ed è molto pericoloso
Tutte queste informazioni importanti a conoscenza di una o più persone di fiducia. Ma cosa succede se questa persona dimentica un’informazioni importante, se anche lei non è più disponibile, se i dati nel frattempo cambiano? Se il rapporto con questa persona si incrina?
Altri problemi che mi sono stati presentati: vorrei dare l’account Facebook al cugino che sa qualcosa di computer, così lo cancella, mentre il telefono a mio figlio. E vorrei che la mia amica potesse prendere quella cartella su Google Drive.
Non sarà sicuramente il caso di chi sta leggendo, ma potrebbero esserci degli account che NON devono essere ritrovati. Dating online, scommesse, shopping e via discorrendo.
Su altri account si paga un abbonamento mensile, che deve essere disattivato prima che prosciughi l’intera carta di credito.
Altri problemi collegati, ma non strettamente digitali, sono la possibilità di ritrovare un conto bancario di cui non si sapeva l’esistenza, le diverse centinaia di milioni di euro di polizze vita non riscosse durante l’anno.
Bisognerebbe trovare un luogo sicuro per salvare questo elenco, accessibile solo da me in vita, ma da persone a mia scelta dopo la mia morte.
La buona notizia è che questo luogo ADESSO esiste. Si chiama Exit.bio, ed è la prima piattaforma che permette di gestire in modo legalmente valido l’eredità digitale.
Come funziona? Due passi principali:
- Completa il tuo inventario pre-compilato. Inserisci che cos’hai, qual è il suo destino e come ci accedi. Puoi anche allegare note e/o file importanti
- Rendi le volontà legalmente valide. Per ciò che ha valore economico stampa la bozza di testamento proposta e ricopiala a mano, è un perfetto testamento olografo. Il resto invece finisce in un mandato post-mortem, un contratto che lega Exit.bio a rispettare e attuare le tue volontà, opponibile e legalmente vincolante
La soluzione c’è, è semplice e sicura. Ora tocca a te completarla, per permettere a chi rimane di non impazzire a cercare i tuoi account, contenuti e informazioni importati (gli avvocati parlano di asse ereditario).
Gestisci la tua eredità digitale. Per te, per il tuo partner e per i tuoi figli, per i tuoi colleghi di lavoro.
Eredità (in) digitale: un atto di amore per chi rimane dopo di noi.